“Non stiamo più insieme” e la macchinetta del caffè

La collega che a fine riunione, mentre stai ad aspettare che la macchinetta del caffè ti sforni il suo ottimo cappuccino senza zucchero, si affaccia nel bugigattolo antibagno dove è sistemata la macchinetta e ti comunica che: “giusto per informazione, io e X da una settimana non stiamo più insieme”. Lei e X che erano andati a convivere più o meno da settembre, che stavano insieme da anni, che forse pensavano ad un figlio o a un matrimonio. Lei è tornata a casa dai suoi, lui si suppone sia ancora nella casina presa in affitto.

Storie così, storie che finiscono, mentre Repubblica e Censis parlano di un milione di mamma single non vedove in Italia. Bene, benissimo.

Io e il babbo invece ieri sera abbiamo passato una sera spettacolare. Che abbiamo fatto? Quale programma specialissimo? Niente, assolutamente niente. Spesa e cena dal nonno, con gatto ferito, ma prontamente curato e punti in bellavista, con piccoletto allegro davanti al camino, con un pollo e delle patatine poco abbronzate.

Per questo, nonostante tutto, sono ancora innamorata. Per la pazienza che il babbo ogni tanto dimostra con il piccoletto, per come sa farlo ridere prendendolo in collo e rigirandolo in tutti i modi, per come accende la luce del cassetto della macchina tirandogli un paio di botte di lato e per come riesce a fare la spesa, a differenza di me, comprando anche prodotti non in offerta.

Sì, lo so, non basta a costruire una vita insieme, specialmente se lui non lo vuole, comunque….

 

Per il resto – ma cosa è il resto, in fondo? Forse non c’è un resto – leggo i giornali e le frasi spaventose di chi sta lavorando alla TAV a Firenze, mentre si crepano le scuole. E vorrei avere i soldi per mandare il piccoletto e in prospettiva il piccolissimo ad una scuola privata, curata, con un giardino bello, antisismica e in zona No Tav.

 

E ora una domandina per chi è al secondo pargolo: quando nasce il primo, tutti ti fanno tanti regali, metti anche la lista di nascita, ti serve tutto e approfitti molto volentieri dei doni e dei “cosa ti posso regalare?” di amici e parenti. Per il secondo, visto che a casa nostra sarà il secondo maschietto, vorrei riciclare il più possibile. Una splendida tutina celeste per i primi mesi – anzi le prime settimane – la nonna l’ha già comprata. Per il resto dall’abbigliamento ai giochi a letto/fasciatoio/vaschetta etc abbiamo già tutto. Vorrei quindi indicare a amici/parenti/colleghi di lavoro di non spendere per cose inutili, ma piuttosto di fare una donazione allì’ospedale pediatrico della città. Come faccio secondo voi? Come posso chiedere di fare una donazione senza che nessuno si senta obbligato? Vabbè ho ancora qualche settimana per pensarci!

3 pensieri su ““Non stiamo più insieme” e la macchinetta del caffè

  1. Che tu sia innamorata e’ fuori di dubbio. Mi auguro x te e la tua famiglia in crescita che questo momento difficile sia presto un lontano ricordo. Perche’ meriti di essere felice.

  2. E’ un bel pensiero, davvero.
    Io al secondo semplicemente dicevo “oh per caritò non regalatemi niente ho già tutto grazie lo stesso” ma non ho avuto la prontezza di chiedere una cosa del genere. Peccato, sarebbe stata proprio una bella cosa.

  3. Ciao! Leggo un po’ in ritardo ma spero che ti sia utile ancora il mio consiglio: potresti aprire un conto dedicato a questa cosa e dare gli estremi per chi vuole fare la donazione…così nessuno si sente in obbligo perchè i soldi possono essere anche donati in “anonimato”…e poi alla fine potresti far sapere qual è la cifra che siete riusciti a raccogliere! Mi sembra una bellissima idea!!!

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